"Il Presepe deserto" di Luigi Teodosi nei sotterranei del Duomo di Orvieto
Nei Sotterranei della cattedrale, aperti al pubblico in occasione del Giubileo straordinario 2013-2014, sarà inaugurato giovedì 12 dicembre 2013 alle ore 18.00
IL PRESEPE DESERTO DI LUIGI TEODOSI
12 DICEMBRE 2013 – 6 GENNAIO 2014
ORARIO: 10.00-13.00 / 15.00-18.00
INGRESSO LIBERO
Informazioni:
Opera del Duomo di Orvieto: tel. 0763.342477
IL PRESEPE DESERTO DI LUIGI TEODOSI arricchisce la tradizione iconografica della Natività con la ricerca di un'espressione chiara e "radicale per resistere alla voracità di una globalizzazione ingorda, selvaggia e volgare". La proposta, dedicata a "una visione futura della terra", rivela il senso di inquietudine, mistero e desolazione tipico della spiritualità moderna attraverso i segni e le relazioni approfondite da Teodosi nell'ambito del suo percorso artistico. E trova attinenza nella silenziosa penombra dell'inedita ambientazione quest'anno per la prima volta sperimentata nella galleria sotterranea che penetra attraverso la cattedrale.
È il nono appuntamento natalizio con l'arte contemporanea a Orvieto e consolida la partecipazione della città al circuito ideato e promosso dal critico Giuseppe Appella e condiviso da altre città italiane, come Roma, Matera, Palermo, Macerata e Bari.
Presentato nel 2008 a Matera presso il MUSMA ed esposto nel 2011 a Roma presso il Santuario della Scala Santa al Laterano, il "Presepe Deserto" evoca nella geometrica essenzialità di scarni ma potenti elementi la suggestione di strutture primordiali così come la complessità interpretativa dell'architettura contemporanea, ed evidenzia nello spazio materiale e insieme intellettuale del "deserto" il riferimento centrale al simbolo iconografico della divinità.
Luigi Teodosi nasce a Jesi nel 1935 e frequenta il Liceo Artistico a Roma, dove espone i primi lavori ed entra in contatto con artisti e poeti: Renato Guttuso, Franco Gentilini, Enrico Prampolini, Ettore Colla, Libero De Libero, Ennio Flaiano, Goffredo Petrassi. Nel 1956 è a Parigi e incontra Gino Severini, Ossip Zadkine, Marcel Achard, Jean-Paul Sartre. Nel 1958 realizza la sua prima personale alla Galleria Lo Zodiaco a Roma, poi si trasferisce a Zagabria dove si iscrive allo studio statale per le arti figurative diretto da Krsto Hegeduöić. In Jugoslavia frequenta artisti e intellettuali e tra il 1960 e il 1961 realizza le importanti sperimentazioni della serie Oltre il buco, squarci passanti su tele o su supporti informali come finestre aperte dove lo spettatore è artista e diventa soggetto. Rientra in Italia nel 1961 e avvia una serie di progetti che lo portano a collaborare anche come educatore e a instaurare rapporti con Bruno Munari, Dino Gavina, Afra e Tobia Scarpa, Michele Provinciali e Luigi Ricci. Dal 1985 partecipa a numerose Mostre: a Fabriano nel Museo della carta e della filigrana (1985); a Verona nella casa di Giulietta e a Milano al Museo delle Scienze e della Tecnica (1986); a Maastricht a Jan Van Eyck Akademie (1987); a Magonza al Gutenberg Museum (1988); a Colonia alla Kölnmesse espone opere di design in collaborazione con l'architetto Giancarlo Ercoli (1989). Negli anni Novanta è presente con opere su carta a Parigi, a Francoforte, a Chicago; e con il ciclo Gorilla gorilla realizza una grande installazione che sposta la percezione fuori dal linguaggio referenziale tenendo l'osservatore lontano dai parametri usuali. Nel 2008 è al MUSMA di Matera con l'installazione Le muse irrequiete di Leonardo Sinisgalli e il Presepe deserto di Luigi Teodosi.
Il "Presepe Deserto" è accompagnato da un volumetto delle Edizioni della Cometa con un testo di Giuseppe Appella, notizie biobibliografiche su Luigi Teodosi e una sua preghiera al bambino Gesù al quale l'artista chiede: "Dove stiamo andando noi che fuggiamo lontano, senza amarti? Aiutaci a fermarci e a capire".