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Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo

Chiesa dei Santi ApostoliLe vicende della chiesa dei Santi Apostoli si intrecciano con quelle della istituzione del primo collegio pubblico cittadino, il Collegio Cappelletti, costituito e alimentato dal lascito benefico di un facoltoso mercante veneziano originario di Allerona a favore del Comune di Orvieto (1614). Questo istituto, destinato a sostenere la formazione delle classi sociali meno abbienti, per volontà del Comune e del vescovo di Orvieto cardinale Pietro Crescenzi fu affidato nel 1621 ai Gesuiti ed ebbe originariamente sede presso Palazzo Monaldeschi. Successivamente nel 1625 lo stesso vescovo concesse al collegio l'antica chiesa dei Santi Apostoli, eretta nel 1007 al tempo di papa Giovanni XVIII e nel tempo dotata da nobili famiglie orvietane: come priorato fu potenziato unendolo alla attigua parrocchia di S. Lorenzo de' Arari; nei locali annessi alla chiesa fu trasferito il Collegio e ad esso fu ben presto accorpato il Seminario ecclesiastico, fondato in città all'indomani del Concilio di Trento.

Nel tempo, i Gesuiti acquistarono le case circostanti e nel 1662 avviarono i lavori di ristrutturazione del complesso includente chiesa, collegio e seminario: la visita pastorale del vescovo Millini ne registra nel 1687 le soddisfacenti condizioni e menziona in particolare l'altare di S. Ignazio. Fu però in quello stesso anno che i padri gesuiti si allontanarono improvvisamente da Orvieto, forse per controversie con il Comune. Il complesso dei Santi Apostoli fu affidato ad un sacerdote diocesano. Nonostante il sostegno del Comune, i tentativi da parte dei Gesuiti di ristabilirsi in città e alla guida del Seminario proseguirono fino al 1773, anno della soppressione da parte di papa Clemente XIV della Compagnia di Gesù. Ufficialmente, la nuova sede del Seminario vescovile fu inaugurata il 16 dicembre del 1779. Nel clima della restaurazione post-napoleonica, i Gesuiti si insediarono nuovamente alla direzione del Seminario e ristrutturarono la chiesa che fu di nuovo consacrata dal vescovo Giovanni Battista Lambruschini il 21 luglio 1819. L'elegante campanile fu terminato nel 1835 durante l'episcopato del cardinale Antonio Francesco Orioli.

Gli interventi susseguitisi tra XVII e XIX secolo hanno dato all'edificio di origine medievale l'aspetto attuale impostato all'interno sullo schema delle chiese congregazionali romane di epoca barocca, mentre la facciata è rimasta incompiuta. Il grande luminoso spazio si articola in tre navate e un transetto sormontato da una cupola su tamburo ottagonale.
Sull'altare maggiore in stucco bianco è collocata la tela di Vincenzo Pasqualoni che rappresenta l'Immacolata Concezione con i due santi apostoli Filippo e Giacomo, santi ai quali la chiesa è dedicata.
Gli altari laterali lignei, più volte rimaneggiati, sono riccamente decorati secondo i moduli manieristi tardo-cinquecenteschi diffusi in epoca di controriforma: recano colonne tortili, talvolta ornate da motivi fitoformi, capitelli corinzi su paraste scanalate e sono dipinti in una preziosa gamma cromatica con prevalenza di oro e verde.

Di grande interesse è la tela del primo altare a sinistra che raffigura un trionfo di angeli e putti che sorreggono al centro un ovale non dipinto con la scritta "Ex voto Ludovici Mazzanti" e la data del 1735. La pala del secondo altare a sinistra ritrae S.Ignazio di Loyola che adora la Madonna col Bambino, opera seicentesca di ambito locale; nel terzo è una Madonna in trono con Angeli e Santi.
Sul lato destro, il primo altare contiene un dipinto raffigurante S.Francesco Saverio; il secondo, Cristo crocifisso, copia da Guido Reni.
A testimonianza delle più antiche vicende storico-artistiche della chiesa resta il frammento di affresco tardo-quattrocentesco nella navata destra, raffigurante una Madonna con Bambino.

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Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto

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