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Palazzi Papali - Le Stanze delle Meraviglie

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I Palazzi Papali. Approfondimento

In corrispondenza del fianco meridionale del Duomo di Orvieto si apre uno spazio urbano a forma di rettangolo allungato i cui lati settentrionale e meridionale sono determinati dalla sequenza degli edifici del complesso vescovile e papale. Sono gli edifici del lato settentrionale, che si collegano al retro della cattedrale, ad essere solitamente indicati come i Palazzi Papali, mentre quelli del lato meridionale, paralleli al fianco della cattedrale, vengono rispettivamente distinti in sede vescovile e Palazzo Soliano.
Pur nelle diversità architettoniche e di epoca, il complesso degli edifici costituiva, in età medievale, un insieme concettualmente unitario, reso ancor più evidente dal costante impiego del materiale tufaceo. E l'unitarietà dell'insieme resta valida ancora oggi, anche se tutte le parti sono state oggetto di modifiche, aggiunte e restauri più o meno incisivi intervenuti in varia epoca.

Una lunga tradizione, in parte tuttora accolta, che risale a una cronaca della prima metà del XV secolo, attribuisce ad Urbano IV la fondazione nel 1262 del palazzo più prossimo al Duomo: quello successivamente coinvolto nella sostanziale modifica della parte absidale della cattedrale. Recenti studi archivistici e stilistici hanno tuttavia sollevato alcuni dubbi su questa attribuzione. L'insieme è costituito da due corpi rettangolari a due piani planimetricamente sfalsati e da un terzo corpo, più piccolo e con archi diaframma a sostegno del tetto, che viene in genere indicato come cappella. Le caratteristiche architettoniche ed i pochi resti decorativi e pittorici del corpo a torre sono stati messe in relazione con l'architettura francese "rayonnant". Le finestre del piano superiore sono costituite da trifore inserite in un sistema archiacuto con elementi a rosetta. I vari interventi sono riferibili ai pontificati di Martino IV, Urbano IV o Gregorio X.

Si deve di sicuro a Martino IV, presente a lungo a Orvieto assieme a Carlo d'Angiò, la costruzione del secondo complesso dei Palazzi papali, quello situato tra il primo edificio e la sede vescovile. Si tratta di un insieme a due piani, di cui quello superiore è illuminato da finestre bifore inquadrate dentro una ghiera archiacuta di matrice gotica, con sottile sopracciglio rilevato che diviene cornice rettilinea lungo la superficie muraria. L'intero fronte è ritmato da quattro contraffortature a rilievo. Questo complesso è collegato al primo palazzo da una struttura di raccordo di non facile lettura costruttiva e di altrettanto incerta datazione. Il piano terreno dell'edificio è costituito da un sistema a sei campate quadrate coperte con volte a crociera; attualmente chiuso verso la piazza (il pavimento è a una quota più bassa di circa un metro), era in origine un ampio loggiato aperto verso l'esterno.

In ciò è stato giustamente visto un accostamento alla tipologia del "broletto" lombardo e, di conseguenza, è stato messo l'accento sul rapporto che lega questo edificio all'edilizia civile piuttosto che a quella a blocco chiuso tipica del palazzo papale. Ciò potrebbe dipendere dal fatto che durante i pontificati di Urbano IV e Gregorio X risultano in carica a Orvieto podestà e capitani di origine settentrionale provenienti da città (Parma, Bologna, Milano e Piacenza) dove appunto era diffuso il sistema del broletto.

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Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto

Opera del Duomo di Orvieto - 26, Piazza del Duomo - 05018 Orvieto Tel +39 0763 342477 - Fax: +39 0763 340336
email: info@museomodo.it

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